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Pensavo seriamente di riuscire a trovare poco o nulla su questo marchio, a livello di riferimenti storici, ma insistendo un po’ di più, come è mia abitudine, ho racimolato qualcosina che credo possa interessare. Io, almeno, sono convinto che leggere qualche notizia storica sulle grandi case produttrici che hanno fatto la storia del puzzle sia sempre istruttivo e di grande interesse. Ma la mia è un’opinione personale.
La storia
Quando di parla del marchio Arrow, non si può non tirare in ballo la persona che è stata il fulcro, il centro nevralgico della sua attività: Harry Jondorf.
Il suo nome, ai più sconosciuto, mette in relazione fra loro ben 4 conosciutissimi marchi mondiali di puzzle.
Ma iniziamo con un piccolo preambolo.
La Tower Press è stata una grande casa di produzione di puzzle e giochi britannica, attiva dagli anni Trenta fino alla fine degli anni Sessanta, quando venne acquistata dalla connazionale Waddingtons.
All'inizio degli anni Sessanta costituiva il più grande produttore mondiale di puzzle.
Nel 1969, poco prima dell'acquisizione da parte della Waddingtons, la Tower Press fu menzionata come "l'esempio più eclatante della capacità di vendita dell’immagine della Regina Elisabetta II°", dopo essere riuscita a piazzare sul mercato oltre 150.000 puzzle raffiguranti la monarca, e con previsioni aggiuntive di vendita di ulteriori 50.000 unità.
Fu proprio in questa azienda che si formò Harry Jondorf, il quale vi lavorò per ben 18 anni, dal 1948 al 1965, anno in cui decise di fondare a Londra la “Arrow Games Ltd”.
Logo della Arrow Games:
Così come la Tower Press era stata una pioniera nel mondo dei puzzle, introducendo per la prima volta le pezzature superiori ai 1000 pezzi, allo stesso modo la Arrow ne raccolse in qualche modo l’eredità e l’esperienza acquisita da Jondorf, proponendo inizialmente solo puzzle in legno di piccola pezzatura, e puntando, circa tre anni dopo, sui puzzle di cartone, con il lancio sul mercato di nuove pezzature per l’epoca ritenute enormi.
Dal noto (e già citato nella mia recensione della Waddingtons) libro di Tom Tyler “British Jigsaw Puzzles of the 20th Century”: “nel 1966 la Tower Press avviò per la prima volta la produzione di puzzle da 2000 pezzi, e la Arrow raccolse rapidamente la sfida, proponendo sul mercato dapprima i puzzle da 3000 pezzi e successivamente quelli da 4.000”.
Sempre dal volume di Tyler: “Nel 1968 l'azienda si trasferì a West Rd Tottenham ... furono acquistate delle presse Samco per la produzione di puzzle di cartone.
In quell’anno la Milton Bradley (MB) iniziò ad investire in modo consistente in azienda ...”
Un articolo della rivista tedesca “Der Spiegel” (Lo Specchio), datato agosto 1971, così riporta: “Mai in precedenza i puzzle hanno ottenuto volumi così elevati di vendita (fino a 150.000 esemplari per tipo), mai sono stati realizzati soggetti e motivi così diversi (circa 150) e con gradi così elevati di difficoltà (fino a 3000 pezzi), come in questo 1971.
E non solo i produttori tedeschi come Otto Maier (Ravensburg), che hanno risvegliato il mercato e la passione tedesca per i puzzle, ma anche i produttori giapponesi e americani.
Ma più di tutti sono stati i produttori inglesi a colmare il divario tra prodotti nazionali ed esteri esistente nel mercato tedesco.
Un esempio per tutti: la società britannica Arrow Games Ltd., con sede a Londra, la più grande fabbrica di puzzle a livello mondiale (fatturato annuo totale da nove a dieci milioni di puzzle), ha già esportato quest’anno nella Repubblica Federale Tedesca un quantitativo di prodotti pari a dieci volte il volume venduto nel 1970. Il direttore commerciale della Arrow Games Ltd, Harry Jondorf, ha spiegato che la Germania Ovest è il mercato più espansivo per l’azienda inglese".
Nel frattempo, gli investimenti sempre più consistenti operati dalla Arrow ne ampliarono a dismisura l’indebitamento, il che portò la società sull’orlo della bancarotta.
A questo punto, nel 1972, si fece avanti il suo primo investitore, la Milton Bradley Ltd, la quale rilevò interamente la società, salvandola così dal fallimento. A partire da tale data tutti i puzzle della Arrow, pur mantenendone il marchio, riportarono la dicitura “Divisione della Milton Bradley Ltd”.
Il rapporto fra il nuovo assetto proprietario Milton Bradley ed Harry Jondorf andò avanti per altri 4 anni, fino al 1976, anno in cui Jondorf lasciò l’azienda, costituendo da lì a poco la “Falcon Games Limited”, un’azienda del tutto peculiare nel mercato sia nazionale che mondiale, e alla quale sarà dedicata una apposita recensione (La Falcon non è la Jumbo, adesso la cosa è definitivamente acclarata).
La Arrow Games Ltd ha continuato la propria produzione di puzzle fino al 1987.
“L’offerta”
Sintetica e non esaustiva carrellata delle varie tipologie e pezzature proposte nel tempo dalla Arrow.
Puzzle in legno da 12 pezzi:
Puzzle in legno da 30 pezzi:
Puzzle da 48 pezzi:
Puzzle da 100 pezzi:
Puzzle da 200 pezzi:
Puzzle da 300 pezzi (Serie Safari):
Puzzle da 375 pezzi (Serie Bond):
Puzzle da 400 pezzi:
Puzzle da 500 pezzi:
Puzzle da 500 pezzi (Serie Circolare):
Puzzle da 600 pezzi:
Puzzle da 750 pezzi:
Puzzle da 1000 pezzi (3 esemplari):
Puzzle da 1500 pezzi:
Puzzle da 2000 pezzi:
Puzzle da 3000 pezzi:
Puzzle da 4000 pezzi:
Confezione
Il box ha una discreta robustezza, sia come coperchio che come fondo.
Ovviamente il puzzle in esame deve fare i conti con i suoi 36 anni trascorsi, ma devo riconoscere che si difende abbastanza bene. Il fondo esterno risulta completamente bianco, cosa abbastanza comune per i puzzle di altra epoca.
Fronte, interno e retro:
Bordo laterale, in lunghezza...
E in profondità, da entrambi i lati:
La scatola si presenta abbastanza ricca di informazioni: nel caso specifico vengono riportate notizie sull’autore del dipinto e sulla storica battaglia.
Confronto dimensionale del box con altre 3 marche, prendendo in considerazione puzzle di pari pezzatura, in modo da renderlo più equo:
La scatola Arrow risulta essere più alta ma meno lunga delle altre, e presenta più o meno la stessa profondità del Clementoni.
Qualità, forma, dimensione e tenuta delle tessere
Le tessere Arrow sono molto compatte, leggere e robuste. Lo spessore è standard.
Il taglio delle tessere, opache, è molto preciso.
Molto modesta la varietà di forme delle tessere. Per quanto riguarda la cornice, si alternano due sole tipologie di pezzi, nonostante questi differiscano comunque, sia pur lievemente, per forma e incastri:
Più varia la composizione delle tessere interne. Non ho rilevato prevalenza di una tipologia rispetto ad un’altra, ma mi son sembrate equidistribuite:
Gli incastri risultano essere molto spesso sfalsati:
I tasselli hanno una dimensione lievemente superiore alla media.
Di seguito, un raffronto (partendo dalla zona in alto a sinistra e procedendo in senso orario) tra le tessere Educa, Ravensburger, Arrow e Clementoni):
Ancora, da sinistra verso destra, Educa, Ravensburger, Clementoni e Arrow. Qui la differenza dimensionale risulta più evidente. Fronte:
… e retro:
Qui per errore ho modificato la disposizione delle tessere. Da sinistra a destra, Arrow, Clementoni, Ravensburger e Educa:
Non si notano particolare differenze di spessore. Dall’alto verso il basso, Clementoni, Educa, Ravensburger e Arrow:
Incastri perfetti, non passa un filo d'aria. La mano scorre che è un piacere su tutto il puzzle. Sembra una frase ricorrente e ripetitiva, ma questa cosa non accade affatto con tutti i puzzle. Un esempio su tutti è dato dalla Mondopuzzle: provare a fare una cosa del genere con un puzzle di questa marca significa rovinare il puzzle stesso (e, perché no, le mani). La fustella, infatti, al momento dello stampo, preme con una forza tale da piegare all'insù (in modo quasi impercettibile) i quattro angoli della tessera, con tutte le conseguenze del caso. Mi fermo qui, visto che questa è la recensione della Arrow e non di altre marche.
Altra caratteristica dei puzzle Arrow è la linea divisoria verticale, di tutta evidenza, che corre lungo la metà del puzzle. Le tessere delle due colonne che generano la linea divisoria hanno forma diversa dalle altre, e sono facilmente riconoscibili:
La precisione degli incastri consente un’ottima prova sollevamento:
Note dolenti
Non saprei che rilievi muovere, onestamente. Il puzzle si è rivelato un buon prodotto. Forse si sarebbe potuto lavorare un po’ meglio sulla definizione dell’immagine.
Reperibilità
Nonostante siano trascorsi ormai 30 anni da quando la produzione Arrow ha chiuso i battenti, i puzzle di questa marca si trovano abbastanza facilmente su eBay o nei vari mercatini online dell’usato.
Note conclusive
Tessere di qualità, ottima tenuta dei pezzi grazie agli splendidi incastri, discreta ed interessante varietà di prodotti offerti nel corso degli anni.
Uno storico marchio che ha indubbiamente lasciato il segno.
Chicca finale
L’appellativo “Puzzle Connoisseur” (letteralmente “Puzzle da intenditori”), che caratterizza molti puzzle della produzione Arrow, pensavo inizialmente identificasse una specifica linea di prodotti comprendente i puzzle di pezzatura maggiore (2000, 3000 e 4000 pezzi), linea evidentemente orientata su un target di utenti più esperti, ma l’ipotesi si è rivelata errata in quanto ho trovato anche puzzle da 1000 pezzi con questa denominazione sulla scatola. Ho pensato allora che potesse riferirsi alla scelta di soggetti più ricercati, come opere d’arte, ma anche questa ipotesi si è rivelata sbagliata: vi sono infatti “puzzle connoisseur” aventi come soggetti paesaggi di tipo ordinario.
L’ultima supposizione che faccio è che questa serie di puzzle possa avere magari delle tessere che differiscono da quelle di tipo standard, rendendo quindi più complessa la realizzazione del puzzle.
Ma anche questa resta un’ipotesi non suffragata al momento da alcuna prova.
La linea “Puzzle Connoisseur” nasce già prima dell'assunzione del controllo della società da parte della Milton Bradley Ltd, ma i prodotti più belli e interessanti vedranno la luce dopo il 1972.
A seguire, così come ho fatto a suo tempo con la Nathan, una (questa volta più breve) sfilza di puzzle della suddetta serie, che vedrò di integrare via via:
1000 pezzi
01 – “The wedding sleigh”, Alfred von Wiervsz Kowalski
02 – “A good score”, Emil Rau
03 - “La malle poste”
2000 pezzi
04 – “Horses of the Camargue”
05 – “Cockington Forge, Devon”
06 – “Blossom Time”
3000 pezzi
07 – “Done for the Day”, E. L. Meadows
08 – “The Picnic”, James Tissot, 1984,
09
10 – “The King's Passing”, Giacomo Mantegazza, 1983
11 – “Italian Gardens, Ireland”
12 – “Parisian Fête”, W. Parrott, 1983
13 - “Castello di Neuschwanstein Baviera”
14 – “Japanese Tea House”, H. Moore, 1985
4000 pezzi
15 – “Village Landscape”, Jan Brueghel The Elder, 1982
16 – “Flatford Mill on the River Stour”, John Constable
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Edited by Morzus - 24/4/2018, 13:54. -
lionel hutz.
User deleted
Pensavo seriamente di riuscire a trovare poco o nulla su questo marchio, a livello di riferimenti storici, ma insistendo un po’ di più, come è mia abitudine, ho racimolato qualcosina che credo possa interessare. Io, almeno, sono convinto che leggere qualche notizia storica sulle grandi case produttrici che hanno fatto la storia del puzzle sia sempre istruttivo e di grande interesse. Ma la mia è un’opinione personale.
Scherzi? Trovo molto interessante leggere tutte queste curiosità. Quel British Jigsaw Puzzles of the 20th Century mi incuriosisce parecchio.
Per quanto riguarda la marca posso dire che difficilmente la proverò, a meno di non trovarne uno per caso in un mercatino o in un negozio. Ce ne sono però alcuni davvero belli. In ogni caso, leggere questa recensione equivale quasi a farne uno. Complimenti!. -
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Quel British Jigsaw Puzzles of the 20th Century mi incuriosisce parecchio.
Incuriosisce pure me, e non escludo di procurarmelo prima o poi. -
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Recensione fantastica. Forse con Connoisseur identificano semplicemente i soggetti davvero belli e spettacolari, qualunque sia il genere. A vederli mi piacciono tutti moltissimo.
Edited by giulianobos - 24/5/2017, 10:21. -
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Me ne convinco pure io. Quindi si torna all'ipotesi n° 2... in effetti anche gli stessi paesaggi non sono male, le immagini sono abbastanza ricercate . -
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Avendo fatto lo scorso anno questo puzzle della Arrow (e non Connoisseur), mi permetto di avanzare l'ipotesi che la linea Connoisseur sia proprio per intenditori, per chi cioè cerca una qualità superiore: nel mio puzzle i pezzi erano alti quanto quelli della Castorland, ma non erano così solidi e non avevano una gran tenuta; inoltre avevo riscontrato la presenza di molti falsi (cioè tasselli che calzano perfettamente anche in sedi sbagliate). In compenso la stampa era ben definita, anche se non eccellente (penso soprattutto al lampadario centrale in alto). . -
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Interessante confronto. Riconoscibilissimo il taglio delle tessere che accomuna i due puzzle
Edited by Morzus - 24/5/2017, 13:25. -
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Complimenti per l'ottima recensione, anch'io amo sapere tutte queste curiosità, sono sempre approfondimenti che mi piace leggere e che trovo utili, bravissimo per il lavorone svolto!
Forse la linea Connoisseur era una linea più curata rispetto alla classica linea della stessa marca, non so magari ipotizzo una stupidaggine ma già solo a guardare la differenza tra le 2 scatole si nota la cura e l'eleganza che aveva la linea Connoisseur rispetto a quella classica che appare in un formato più semplice e meno ricercato.. -
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Complimenti per l'ottima recensione, anch'io amo sapere tutte queste curiosità, sono sempre approfondimenti che mi piace leggere e che trovo utili, bravissimo per il lavorone svolto!
Grazie, Alessandra
Non sempre è facile trovare informazioni sulle case produttrici, specialmente se estremo-orientali, ma quando si tratta di aziende storiche, che hanno parecchi anni di attività alle spalle, la curiosità diventa irrefrenabile e avverto la necessità di saperne di più.
Naturalmente tutte le informazioni aggiuntive che potrete trovare, anche reperite per puro caso, saranno più che graditeForse la linea Connoisseur era una linea più curata rispetto alla classica linea della stessa marca, non so magari ipotizzo una stupidaggine ma già solo a guardare la differenza tra le 2 scatole si nota la cura e l'eleganza che aveva la linea Connoisseur rispetto a quella classica che appare in un formato più semplice e meno ricercato.
Si, credo anch'io che rappresenti la linea "top" della gamma Arrow..