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Una sacrosanta regola non scritta di questo splendido hobby stabilisce che "il buon puzzlero sa sempre quando andare avanti e quando invece è il caso di fermarsi, affinché ciò che deve sempre essere puro piacere non si trasformi in sgradevole dovere".
Ecco, in sintesi, questa pseudo-regola confuciana da strapazzo sintetizza ciò che mi passa per la mente da oltre un mese: dal 13 ottobre non ho piazzato un solo pezzo del puzzle, causa lavoro sicuramente, ma soprattutto per mancanza assoluta di voglia, preso da mille altre occupazioni (indigestione di serie tv in primis – mi mancano ancora tutti i 43 episodi della "Casa di Carta", escludendo i 5 in arrivo a dicembre -, ma anche un revival dei film western classici celebri che non ho mai visto in vita mia (solo ieri "Il cavaliere della valle solitaria" e "Solo sotto le stelle" – non "Ballando con le stelle", si badi bene), e ancora la rilettura di tutti i Texoni (oggi il 16° su 37 attualmente pubblicati).
Ora, trovandoci oramai alle porte del prossimo Wpd altro non resta che mettere il puzzle in stand by, trasferendolo nella lugubre sezione "Cimitero".
Con questo, i miei puzzle accantonati salgono a ben 3, la cosa inizia a farsi preoccupante. Non temere, tuttavia, Matteo990, non intendo attentare al tuo inarrivabile primato.
Di seguito, le varie fasi della tumulazione (preferisco considerarla la chiusura di una celletta di ibernazione piuttosto che la collocazione di una "tombstone") del puzzle, al fine di lasciare spazio libero al Wpd o, addirittura, a qualche puzzle di dimensioni più contenute prima dell'inizio dei giochi, premesso che quasi sicuramente per me questa edizione – come ogni edizione di anno pari – sarà scarsamente produttiva, forse anche più della modesta edizione 2020:
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